… uno spazio di intimità si può creare quando l’altro noi non lo vediamo come esso ci appare, ma lo riconosciamo per  come esso è  veramente, con i sensi non con la mente… ed in quel caso si è crea uno spazio di intimità che non ci  coinvolge emotivamente tanto da alimentare la sofferenza,  ma ci fa riconoscere una parte di noi, allontana le aspettative,  ci  coinvolge con maggiore tenerezza, in espansione, senza erotismo ma con amore, dedizione, rispetto… come quando si esplora un territorio, alla scoperta di luoghi dell’anima dove riposare, giacere appagati. Quando si esplora il corpo dell’altro noi stiamo esplorando noi stessi, perchè noi riconosciamo nell’altro esattamente ciò che noi siamo.

Se l’altro lo sento morbido sto toccando la mia morbidezza, se l’altro lo sento rigido, sto toccando la mia rigidità, poichè sempre noi nell’altro vediamo le nostre proiezioni, vediamo il nostro mondo, lo proiettiamo nell’altro,  per questo l’altro va onorato infinitamente perché ci permette di vederci.

E’  come il bambino piccolo che non sa chi è, e parla di se stesso in terza persona (chi ha fatto questo? è stato Luca, non dice sono stato io), chi gli dà l’identità di se stesso?  lo specchio del padre e della madre, finchè quando è più grande  guardandosi  allo specchio si riconosce, sa di essere lui,   prima di allora non c’è lui ma c’è Luca non IO.

Allora come fa a riconoscersi? attraverso gli occhi del padre e madre e figure parentali e della società (insegnanti, amici, vicini di casa e tutto ciò che è la sua realtà) quindi nell’ l’Altro. Noi continuiamo a riconoscerci   pienamente  solo nella relazioni, non c’è riconoscimento  nella solitudine, nel vivere sulla montagna, nel vivere nella nostra torre di avorio.

Quando siamo a d un buon punto del cammino e quando possiamo riconoscere tutti gli aspetti prioeittivi e quindi entriamo nelle prime fasi del risveglio, oltre il velo, possiamo scegliere consapevolmente in cosa rispecchiarci…ma fino a qual momento viviamo come un tempo  dell’adoloscenza, della giovinezza, capriccioso, incostante, irriverente,fragile, insicuro, aggressivo, esplorativo…

Ogni cosa a suo tempo,   ogni età ha il suo spazio, il suo territorio.

La via del Tantra  è la via del riconoscimento di ciò che noi siamo e utilizziamo l’energia della kundalini, l’energia della sessualità,  lo  spazio del territorio dell’altro come strumento per giungere al nostro risveglio.

Noi viviamo di più corpi, corpo emozionale, corpo fisico e tutti i corpi sottili, quando entriamo in relazione con l’altro entriamo in relazione con tutti i suoi corpi non solo quello fisico. Ogni volta che entriamo in cottatto:  umus, sudore e liquido seminale c’è scambio di DNA.. .entro nella storia dell’altro e l’altro entra nella mia storia.  Si attua un nodo karmico immediatamente, anche perchè ciò che incontriamo è karma, tutto è karma, tutto è storia che dobbiamo vedere, rivedere …

Quando si parla di Tantra si parla di energia evoluta, abbiamo già superato la parte istintuale del primo e secondo chackra, veniamo a fare tantra per portare l’energia nello spazio del cuore.

Abbiamo visto   quale era il potere dell’amore e come il potere dell’amore poteva farci espandere e far cambiare punto di vista sulle cose sul mondo;  abbiamo visto come la via del tantra  ci apre alla scoperta di noi stessi.

Ho trovato molte persone sulla via spirituale, che pur facendo un’ottima via spirituale, anche con un buon intento, riamangono  molto mentali e parlano di Dio ma non lo hanno sperimentato, perchè non vivono lo spazio del cuore ma vivono lo spazio della mente.

Ottimi insegnamenti, grandi capacità, ma poi vivono lo spazio della mente e non quello del cuore e parlano di Dio, ma Dio è un’esperienza sensoriale…

Io vi posso spiegare le tecniche per risvegliare kundalini, ma l’esperienza è la vostra,  nessuno può risvegliare kundalini se non voi stessi entrando nello spazio del cuore.

Lo spazio del cuore si apre quando shiva e shakti si uniscono, dove? nel talamo del cuore nella camera segreta del cuore.

Gli esercizi di respirazione costante (qualsiasi sia la disciplina) mi permettono di dominare la mente, posso essere un alleato della mia mente, altrimenti la mia mente è qualcosa che vive al di fuori di me, la mente è un altro che mi agisce, se io domino la mente  dico: io so cosa tu devi fare e siamo alleati nel farlo e non siamo in conflitto. Se creo conflitto con la mente, creo resistenza e non c’è fluidità, non c’è flusso non c’è tantra, non c’è kundalini.   Quindi  quando sono pronto  ad  allearmi con la mia mente, posso controllare il piano mentale, quindi entro nella via regale, la sovranità, ci sono tanti maestri che parlano di sovranità, però poi dobbiamo metterla in atto, e non è semplice è chiaro.. la sovranità quando si fa una via regale, significa anche una disciplina del corpo, in tutto e per tutto, fumo alcool, cibo,  c’è una qualità della vita, perché anche quello determina il successo della pratica.

Superato il piano mentale e astrale sono pronto per fare il passo dal terrestre al sottile, in questo ci aiuta il Kriya Yoga , che è la scienza della realizzazione, avendo cura di voi stessi, svolgendo la via regale dominando la mente e dominando la respirazione… quando noi riusciamo ad entrare in connessione con la pituitaria siamo nella cellula madre, nella cellula madre abbiamo il famoso rocchetto del DNA … se noi rallentiamo la respirazione fino ad 8 volte al minuto entriamo nello spazio della pituitaria che si trova vicino alla ghiandola pineale, dove è contenuta la cellula madre che è tutto quello che noi siamo, fino a portarlo a meno di 4 volte al minuto, cioè respirare 4 volte in un minuto, ed è lentissimo e siamo nello spazio extrapercettivo, che ci fa entrare nello spazio dell’uno…

…L’universo non ti dà niente in cambio di niente, quando tu sei pronto a dare tutto te stesso in cambio di niente anche l’universo sarà pronto ma fino a quando tu richiederai ad un altro la giusta ricompensa anche l’universo richiederà a te la stessa cosa… san francesco  andò in giro nudo, libero di tutto offrendosi totalmente…quello è stato il suo risveglio… quanto siamo disposti a dare tutto  di noi stessi in cambio di niente, quanto più entriamo profondamente nello spazio del cuore tanto più siamo liberi dalle tecniche perchè siamo già risvegliati, non ancora illuminati, perchè l’illuminazione arriva quando noi non cerchiamo più di fare nulla, e lasciamo alla grazia fare, a quel punto la grazia ci illumina e a quel punto scopriamo come disse il Buddha che l’illuminazione non esiste … fino a che non saremo pronti a fare questo passaggio ci vengono in aiuto le tecniche, ma la via del cuore non richiede nessuna tecnica, se non la resa incondizionata all’amore…

Darshana degli Elohim– Conversazioni e insegnamenti dai corsi di meditazione 2009