L’arte del meditare è un incontro quotidiano con il centro del proprio essere,  per stare meglio, per stare bene, per contattare  l’  “Essenza”; questa parte di sé profonda che tutto sa e dove alberga il nostro essere senza sofferenza ; il nostro essere che , più profondamente, è unito con la Fonte .

Innanzitutto: perché meditare? Perché ci fa bene è la cosa più semplice. Perché l’arte del meditare ci porta ad entrare nello spazio del silenzio : il silenzio è il luogo dove possiamo incontrare l’ essenza , dove possiamo incontrare la parte di noi che è uno con il Tutto .

Per meditare ci sono tante tecniche : la più semplice è da seduto. Pare che sia stata quella scelta dal Buddha : è quella di sedere nella posizione del Loto, a gambe incrociate,  e di essere consapevoli del proprio respiro . La cosa più semplice: l’aria che esce e l’aria che entra.

Inspira , sii presente e consapevole ed espira, sii presente e consapevole. Questo è ciò che ha indicato il Buddha : porre l’attenzione al respiro, in forma fluida, consapevole, senza nessun attaccamento. Perché, nel respiro, noi abbiamo una fase di presa, una fase di rilascio, ed una fase di vuoto, che è quel piccolo stato di apnea (che poi può essere controllato , che ha  all’interno del respiro  una struttura , può essere preso a polmoni vuoti come può essere preso a polmoni pieni).

L’Essere non è né nell’ inspiro né nell’espiro.

L’Essere è nel vuoto, nella pausa che c’è tra l’inspiro e l’espiro. Cioè in quella parte che viene espressa con l’apnea …  quando la mente non c’è.

Nell’inspiro c’è ancora la mente; nell’espiro c’è ancora la mente. Nel vuoto tra l’uno e l’altro la mente non c’è.

E quando noi controlliamo i ritmi e, volontariamente, tratteniamo l’apnea, in quegli istanti dell’apnea la mente sparisce. Non può esserci: non c’è spazio per lei. Ecco perché è importante stare semplicemente in questo passaggio.

E ora proviamo a farlo.

Terzo occhio, cuore e ki allineati …  Un modo di stare che ci può permettere di stare: la schiena eretta , le mani in grembo o con mudra o, semplicemente, la destra che tiene la sinistra o la sinistra che tiene la destra, i pollici  possono toccarsi e sono il testimone del respiro. L’aria che entra e l’aria che esce . Lo sguardo è tra le sopracciglia; gli occhi sono semichiusi, non completamente chiusi . Lasciare che le palpebre, le ciglia, si tocchino dolcemente, non completamente chiuse.

L’aria che entra e l’aria che esce; siamo anche testimoni del movimento degli occhi : assestiamo le palpebre in una posizione di gradevole appoggio delle ciglia , senza chiudere, come se stessi dormendo.

Siamo testimoni anche di dove appoggia la lingua: dovrebbe appoggiare delicatamente sul pavimento palatale , appoggiata agli incisivi inferiori.

Le mascelle non sono serrate ma morbidamente appoggiate.

Sei  testimone di tutto ciò che accade, dentro e fuori di te… Continua e tieni il tempo che ti è necessario,

Fai ora un respiro profondo e, lentamente, apri gli occhi.

Osservando l’esterno scopri che non sei solo , che ci sono altri  come te, che sono qui per meditare.

Che ci sono oggetti, cose… che esiste un esterno, esiste un suono esterno come prima esisteva un interno.

L’interno esiste a più livelli : abbiamo tre stadi che possiamo individuare in base al modo in  cui mettiamo gli occhi.

  1. 1)Il primo modo è: abbasso la palpebra e lo sguardo è fermo davanti , cioè abbasso leggermente le palpebre tenendo lo sguardo fermo, fino a portarlo a metà palpebra: metà palpebra abbassata continuando a guardare davanti. Questa posizione degli occhi permette di entrare, gradualmente dentro: hai una percezione esterna e una percezione interna. In quest’attimo la mente non c’è ….

Senti l’energia che si espande nel petto … Inspira,  espira, apnea, continua ciclicamente  …

  1. 2)Il secondo modo:  strabuzziamo gli occhi, aprendoli,  lasciamo dilatare lo sguardo…  Inspira, con gli occhi aperti, espira; tieni lo sguardo fisso davanti … E sciogli lo sguardo quando senti che comincia a bruciare. Inspira ed espira. Ancora … Dilata … Lo sguardo davanti; se tu fissi un oggetto potrai vedere la sua aura, ora: non spostare il fuoco da quell’immagine .

Ora chiudi le palpebre; inspira ed espira . Stai in apnea: le palpebre sono chiuse come se tu stessi dormendo. Guarda tra le sopracciglia. Guarda il punto luminoso che intravedi . Inspira. Apri.   Tieni aperto, apnea. Concentra lo sguardo su un oggetto o immagine, fino a vedere la sua aura, l’alone di luce, il campo di risonanza … Espira.  Inspira , chiudi, guarda nel terzo occhio,  vedi il punto luminoso,  tieni l’apnea osservando il punto luminoso , la luce che vedi ad occhi chiusi …..Espira , sii consapevole …. E apri.

  1. 3)Il modo:  porteremo l’orbita oculare leggermente all’indietro ; guardando avanti porteremo l’occhio indietro, come se guardassimo su; inspira e nel fare questo abbasseremo le palpebre… Quando l’avremo portato indietro … rimaniamo in apnea , per quanto possibile, con lo sguardo dietro  per poi chiudere ed espirare.

Quindi: apro gli occhi, guardo,  inspiro , porto indietro le orbite, abbasso le palpebre , apnea,… espiro… continua ciclicamente il tempo che ti è necessario.

Fai un respiro profondo . Guarda, ad occhi aperti: guarda ma vai oltre il guardare.

Ora massaggiamo gli occhi, il bulbo oculare. Ora che abbiamo le palpebre abbassate lo massaggiamo;  fermiamolo, guardiamo nell’occhio interiore le variazioni di luce . Teniamo lo sguardo interno fisso tra le sopracciglia … Appoggia le mani sugli occhi e guarda nell’ occhio interiore, nel  terzo occhio : guarda quel punto al centro …

In meditazione non abbiamo a che fare con gli Dei, né con i demoni , ma con stati d’animo e con operazioni mentali . E con sensazioni.

Il testimone, dunque, resta impassibile : non si identifica. Questa è la vera abilità.

Fai un respiro profondo .

Scegliamo tre vie oggi per meditare,  che sono quella del suono, della vista e del respiro.

  1. 1)Della vista: l’occhio. Portare ladall’esterno  all’interno. Chi ha avuto modo prima di contattare il punto luminoso ha contattato  la modalità con cui si presenta  l’occhio interno: il  sesto chakra.
  2. 2)Il suono è il suono dell’origine ; si dice nella cultura indù ed anche in quella ebraica che l’universo si è formato all’interno del suono dell’om; la vibrazione originaria che poi ha continuato ad espandersi creando ed espandendosi e formando geometrie … L’ordine dopo il caos.

E allora ci concentriamo su questo suono che tutti conosciamo, che è l’Om. Che , però, è aoum, sostanzialmente, con la o che è ao. E um che è la vibrazione.

Il suono  Om discese dentro di noi … lo cantiamo  ma in realtà esiste già dentro di noi. Quando lo possiamo sentire? Quando sospendiamo i sensi ; se siamo in grado di sospendere i sensi entriamo in quello stato che si chiama di “Non attaccamento”. Ci tiene lontano dalla sofferenza .

Allora, andiamo a sentire dov’è.

Il suono risiede nelle vostre acque interne; non a caso siamo fatti perlopiù di acqua; tutta quest’acqua interna veicola quel suono e lo possiamo udire con l’orecchio destro.

Poniamo la mano sull’orecchio destro : osserviamo la percezione dei suoni come cambia: come cambia se hai gli occhi aperti o chiusi. Poi copri anche il sinistro . Intanto stai respirando. Ascolta il tuo respiro. Inspiro, espiro … Ascolta.

Ora ad occhi chiusi chiudi l’orecchio destro ; lo fai con il pollice. Poi chiudi anche il sinistro. E respira.

Apri gli occhi e osserva come eri profondamente nello spazio interno , in questo oceano, che era il suono del tuo respiro … Sii testimone del tuo inspiro-espiro , come il flusso di una marea .

Quando sentirai che il flusso di questa marea ti appartiene stai nell’apnea, continuando ad ascoltare i suoni interni, quindi, con l’inspiro, produrrai il suono Om, internamente.

Devo prima chiudere, entrare negli orecchi partendo dal destro, inspiro ed espiro finchè questa marea non mi appartiene, quindi inspiro ed espiro il suono Om. E lo tengo.

  1. 3)Il Respiro … Stai con lo sguardo al terzo occhio … Puoi andare spontaneamente nell’apnea … E apri gli occhi; percepisci la realtà intorno a te.

Quando noi inspiriamo produciamo inconsapevolmente il suono om  e quando espiriamo produciamo, anche se  inconsapevolmente , il suono so.

O anche ham – sa che in sanscrito vuol dire uccello; uccello migratore , che sta a significare la nostra mente che si posa di albero in albero.  Om-so , significa, in sanscrito, Io Sono Quello … Io sono colui che è.

Vedete che tutto torna.

Sapete quante volte al giorno lo diciamo? 21606 volte al giorno, che fa 15 volte al minuto. Ripetiamo  con il semplice atto del respirare continuamente “Io sono quello”. Cioè, ad ogni inspiro ed ogni espiro noi diciamo “IO SONO COLUI CHE E’”. Quindi confermiamo la nostra essenza, anche se inconsapevolmente.

Adesso facciamolo consapevolmente.

Ham lo dobbiamo solo pensare inspirando So si pronuncia brevemente  nell’espiro.

Connette la respirazione con gli stati d’animo, con le emozioni, cioè con lo Spirito.

E proviamo a farlo con la sospensione dei sensi…

Abbiamo vari cicli di respiro : cicli di 1 a 1 cioè senza soluzione di continuità: inspiro ed espiro hanno la stessa quantità . Questo dipende da ciascuno di noi: può essere un inspiro di 3 secondi ed un espiro di 3 secondi … Senza apnea.

Un’altra proporzione è 1 – 2 – 0 ;  cioè un inspiro di 7 secondi, un espiro di 14 secondi , con una leggerissima apnea di 0.

Un’altra proporzione è 1 – 2 – 2 ; ad esempio: un inspiro di 7, un espiro di 14, un’apnea di 14.

Sono cicli; sono sequenze.

Allunga le gambe, inspira, chiudi il perineo,  contrai, tieni chiuso … ed espira . Rilassa… Di nuovo… inspira, chiudi il perineo,  contrai, tieni chiuso … ed espira … Di nuovo…

Stai qualche minuto semplicemente con lo sguardo rivolto nel terzo occhio .

Sei testimone di ciò che accade dentro di te e fuori di te.

Quando sei pronto, lentamente apri i tuoi occhi.

Sei testimone, ora , del tuo stato d’animo.

Della tua emozione, del tuo processo di pensiero.

Con un inspiro profondo vai dentro di te; chiudi gli occhi e guarda fisso nel terzo occhio.

Percepisciti nella totalità del tuo essere, così come sei.  La consapevolezza del corpo, dei vuoti interni e dei vuoti esterni. Consapevole di ciò che puoi contenere in ogni singola parte del tuo essere.

“Io sono colui che è.”

“Io sono quello.”

Stai il tempo che ti è necessario.

Fai un respiro profondo e apri i tuoi occhi.

… parleremo  più concretamente delle strutture dell’Ego; ne abbiamo un bel po’: intanto scopriremo che cos’è l’Ego, che non è negativo. Se non ci fosse non potremmo essere la struttura che siamo per poi trascenderla ; se non ci fosse l’ego non saremmo la struttura che siamo ; ma il nostro compito è quello di tra-scendere .

C’è una struttura di ego che viene definita spirituale e che , in realtà, è un ego mascherato. ..

Solo apparentemente ci fa sembrare di avere perduto quelle strutture che poi ci creano dipendenza; in realtà quelle sono presenti sotto mentite spoglie. Ad esempio; anche l’attaccamento alla pratica è una forma di ego.

La pratica serve per liberarsi della pratica; ecco perché dev’essere costante. Solo se la pratica è costante, cesseremo di praticarla.

Perché non saremo più noi a praticare lei ma lei  a praticare noi.

Solo quando sarà così saremo liberati, infatti il Buddha non cessò di praticare il respiro neppure quando si illuminò.

Potete anche lavorare sulle frequenze, scegliendo, ad esempio di cantare l’ Om passando i singoli chakra con le tonalità corrispondenti . ..partendo da un do del 1° chakra, abbiamo un re, e poi il mi ecc…per arrivare a un la , un fa, un si … Potete giocarci, con questo suono. Così si espande il cuore, si espande il quinto chakra. Quando il chakra viene purificato lasciamo che l’energia si incanali , faccia il suo viaggio fin giù, fino a Kundalini , la quale si risveglia, si agita , sale e noi abbiamo queste vampate di calore , belle, piacevoli, per poi ritornare.

Magari potreste avere doni ancora più belli…

La pratica serve a contattare quest’occhio interno, perché, nel momento in cui lo contattiamo, siamo in contatto con il  Bindu: è il chakra dell’illuminato , Risiede dietro la nuca; di fatto corrisponde a dov’è la ghiandola pineale  e tu lo vedi in tutte le immagini di figure sante , raffigurate con il capo avvolto da un’aureola …  In realtà, quell’aureola non è altro che l’indicazione del  Bindu che si è aperto. E, quindi, il nostro obiettivo è contattare questo spazio , poi i doni del Risveglio possono arrivare copiosi…

E’ molto piacevole: da lì non si vorrebbe mai venir via… Si dice che quel punto luminoso è il centro della galassia . Perché noi siamo tutto l’universo ; noi siamo il nostro universo. Poi il lavoro di ascesa…..ad ogni strato apparterremo ad un universo, poi al cosmo, poi a un altro cosmo …sono tanti livelli.

Vedete come possiamo percepire questa infinitezza  ma, allo stesso tempo, questa concretezza. Noi siamo l’espressione sia di questa infinitezza sia di questa concretezza. E, quindi , espanderci verso l’interno  è inspiro , espanderci verso l’esterno è espiro.

Mi fermo nel punto dove si situa il logos che è nell’apnea …

Le tre vie della realizzazione della coscienza  cosmica …

La via sociale, la via dell’autodisciplina, la via della meditazione

Che emozione sto vivendo? Mi stacco, la identifico, la segno, ne sono testimone.  Che stato d’animo stai vivendo?….Sei testimone, lo descrivi, come si esprime? … Metto sotto analisi le emozioni; che valore ha, in questo momento, quest’emozione, per me? … espanderci verso l’interno  è inspiro , espanderci verso l’esterno è espiro.

Mi fermo nel punto dove si situa il logos che è nell’apnea …

Il lavoro di oggi serve anche per testimoniare lo stato d’animo. Lo testimonia osservandolo: queste tecniche servono per aiutarvi a testimoniare lo stato d’animo e la sua percezione. Se io do il giusto valore allo stato d’animo, all’emozione, ne ho la giusta percezione, posso staccarmi da esso per vedere dietro che cosa c’è . Do il giusto valore allo stato d’animo e alla sua percezione di esso.

Hai chiuso gli occhi perché se li tieni  aperti  sei  nello spazio esterno, non sta parlando il tuo cuore e corri il rischio che non parli la verità . Chiudi gli occhi, contatti profondamente l’essenza, e sei sicuro che l’Essenza ti farà contattare la verità.

Strato su strato su strato…Osservare i vari strati…Questo ci permette di liberarci, di risvegliarci alla coscienza del Sé…

Darshana degli Elohim– Conversazioni e insegnamenti dai corsi di meditazione 2010