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” Un piccolo cucchiaio

per raccogliere il mondo,

un mantello di carta, che si sciolga

alle prime pioggie,

un tempio con pareti di vento

e un campanile che buchi le tempeste

Come se fosse già tempo di lasciare

ogni cosa a sè stessa,

come se Dio mostrasse il suo dito indice

perchè possiamo afferrarlo con mani minuscole, e provare incerti

ad andare, figli della madre e del padre,

verso la terra straniera da cui proviene il Canto, senza

parole, ma sempre più vivi ad ogni passo,

a raccogliere briciole-segni

confetti bianchi seminati

nella nera fertile terra del cosmo”

                                      Niccolò Angeli

Essere Poeti oggi, in questo Tempo di svolta. Il Mistero dell’Uomo e del suo Tempo Infinito. La sua Nuova Umanità rinascente.

…” E’ tempo  di comprendere meglio la portata eonica di ciò che stiamo vivendo e di creare anche una forma di critica adeguata al transito, una critica cioè che sia una sorta di maieutica del nascente: un’interpretazione anch’essa poetica che semplicemente ci aiuti a nascere, al di là di ogni riduzionismo linguistico o estetizzante, e di qualsiasi “neutralità scientifica” o mania di canoni e catalogazioni.

L’essenza della nuova figura di umanità, che si fa avanti anche nelle ricerche poetiche davvero contemporanee, è dunque lo scoprirsi abitati da una parola più grande di me, che io sono chiamato ad ascoltare per divenire davvero me stesso e al contempo consentire al mondo di svoltare verso la luce diurna di un’epoca nuova. Come scrive bene Yves Bonnefoy è l’umiltà l’attitudine interiore che ci forma a questo tipo di umanità: “La sventura della parola, la crisi di identità che essa manifesta in chi la esperimenta, (…) è ciò che accade allorché ci si rifiuta – e certamente per orgoglio, perché esso deriva dai sogni di sovranità della persona – di lasciarsi invadere e trasformare da un’identità superiore: quella che unisce a se stessa, nell’immediato, il tutto dell’universo come tale; quella che fa di noi una delle sue parti, semplicemente, ma ci ricolma in questo modo di una evidenza, di una musica”.

Marco Guzzi in “Poesia e Spritualità”