Il Maestro Interiore

Channeling di Meditazione da eseguire e insegnamenti

Accetta il processo che ti fa partecipe .

Lo sguardo è nel terzo occhio , il respiro è lento, calmo, tranquillo e consapevole.

Inizia la visualizzazione di te partendo dalle estremità. Percepisci  tutto il tuo corpo : i piedi, le caviglie e i polpacci, le ginocchia , le cosce, i glutei, la schiena, il ventre, le spalle, il petto, il collo , la testa, le braccia, destra e sinistra, le mani; destra e sinistra.

Ti percepisci e ti vedi meditare sotto un grande albero: un enorme albero con un tronco grande e grandi radici e, mentre mediti, di fronte a te l’orizzonte : delle colline, dei monti, grandi pianure.

E tu mediti; ti vedi meditare nella posizione del loto e percepisci ora entrambi:  questo te fisico e quel te eterico che medita sotto l’albero.

Ti osservi meditare , sapendo che lui, lei è il tuo Maestro.

Tu sai che, a fianco a lui, sei nella piena coscienza .

Tieni con te questa immagine ;  tienila con te sempre.

Sappi che il tuo Maestro è li seduto e ti medita, ti sostiene, ti guida.

Fai un respiro profondo per ancorare quest’immagine al centro del tuo cuore: ancorala; staccala dalla tua visione come se fosse una fotografia e stringila al petto, sul tuo cuore. Tienila lì, come quelle foto dei parenti che, una volta, si conservavano, come una medaglia.

In forma virtuale conserva, nel tuo cuore, questa immagine del tuo Maestro che medita, che ti medita.

Da oggi a Lui potrai chiedere. E Lui saprà farti giungere la Sua risposta.

Fai un respiro profondo per ancorare questa immagine; lasciati riscaldare il cuore, ora, le membra di quel tuo piano fisico: lascia che si espanda in te il tepore di questo incontro.

E, quando ti senti pronto, lentamente, come se fosse il tuo Maestro a farlo, poni le tue mani sul tuo capo. E le parole del Maestro, ora, sono le tue: le suggerirai a te stesso e nel tuo nome.

Queste sono le tue parole: ti benedico, figlio, perché tu sei in me ed io sono in te. (Ripetile mentalmente)

Che ognuno di  voi lo sussurri a sé stesso, che possa aspettarsi la sua voce. “Ti benedico figlio (Nome) perché tu sei in me e io sono in te.

Percepisci il tepore, la forza, la dolcezza, la protezione, l’amore … di te a te.

Poi porta le mani sul cuore e qui puoi aprirti alla gratificazione, al grazie. E, in questo riconoscimento, ogni tuo passo è il passo del Maestro; ogni tua azione è l’azione del Maestro; ogni tuo sguardo è lo sguardo del Maestro; ogni tua parola è la parola del Maestro; ogni tuo pensiero è il pensiero del Maestro; ogni tuo cruccio è il cruccio del Maestro.

E ciò che risiede in te non è altro che lo splendore della sua veste. La  veste del Maestro

Avvolgiti nel manto del Maestro, nel suo scialle, nella veste Sacra …

Senti la tua schiena eretta, imponente, allineata. Senti il tuo centro, il cuore, al centro del tuo intero sistema.

Il Maestro ti guida con passo svelto e sicuro.

Vai spontaneamente nell’apnea.( da sei a più secondi senza forzare)

Inspira e riempi il petto.

Espira e manda giù.

Inspira e riempi il petto.

Espira e manda giù.

Inspira e riempi il petto.

Espira e manda giù.

Poni le mani sulle ginocchia; percepisci il calore, percepisci la costituzione, la schiena eretta.

Proietta dal tuo cuore un fascio di luce parallelo alla terra, davanti a te. E dalle mani e le ginocchia proietta un fascio di luce parallelo alla Terra, che va a congiungersi con il raggio del cuore. Dal terzo occhio proietta un fascio di luce parallelo alla terra che va a congiungersi col raggio del cuore. In quel punto luminoso davanti a te ,dove convergono tutti i raggi ,si proietta l’energia del Maestro.

Fai un respiro profondo per ancorare l’intento , tieni per qualche minuto le mani sul cuore.

Riprendi a percepire te, la tua essenza, il corpo fisico.

Fai un respiro profondo e, lentamente, quando ti senti pronto, apri i tuoi occhi.

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Avete contattato il Maestro …. Il Maestro ha voluto , specificamente, essere con voi, facendovi la richiesta di tenerlo stretto, di portarlo sul cuore come le immagini che si mettevano una volta nel medaglione. Quindi basterà che voi chiudiate gli occhi , portate le mani sul cuore, stringete quell’immagine.

Affidatevi totalmente perché lui ha tutte le risposte per voi, per ciascuno di voi, perchè sa esattamente ogni cosa di noi, perché esso è in noi e noi siamo in lui.

La settimana scorsa avevo detto che avrei parlato di alcune cose  questa settimana e , manco a farlo apposta, durante la settimana, ho avuto una canalizzazione proprio rispetto all’argomento che citavo.

La prima parte della canalizzazione  che condivido è molto semplice: la prima volta che la Divinità è scesa nel Dio fatto uomo è stato per condividere e sperimentare attraverso di noi.

La seconda volta , la Seconda Venuta è la purificazione dall’ego. La seconda venuta è: non c’è più ego, totalmente. La disidentificazione più totale poiché noi e lui siamo in gioco.

Un’altro punto della canalizzazione era che tutto ciò che vediamo siamo noi. Anche il telegiornale. Poiché noi vogliamo vedere quell’aspetto nella forma in cui ci colpisce. Lo stiamo identificando e ci identifichiamo in quella struttura e quindi quella notizia o quell’azione o quell’immagine hanno un valore ,per noi, nella misura in cui ci identifichiamo con la struttura del gioco ….

Cioè diventa struttura dell’io.

Quindi tutto ciò che noi vediamo siamo noi ed è nostra struttura.

Tante volte abbiamo parlato della realtà oggettiva che non esiste perché esiste una sola realtà soggettiva: la mia realtà è diversa dalla tua ed ogni realtà è diversa dall’altra.  Allora dov’è la vera realtà: cioè, dov’è la mia verità?

Non c’è, poichè ci sono le verità di tutti, quindi non c’è una verità oggettiva se non, forse, la somma di tutte le verità; quindi la somma di una diversità. Ma la somma di queste diversità non è un’altra verità… Non c’è quella realtà. E questo piano è più sottile, è più profondo .

Per incontrare il Maestro, per accettare la seconda venuta, per accettare il passaggio dopo l’esperienza, dopo la sperimentazione che abbiamo fatto come umanità, è l’abbandono totale dell’ego, di tutte le forme di ego.

Mi è stato mostrato dai Maestri, dal Melkisedek,  un ego che è il più duro a morire, cioè quello più duro da abbattere: l’ego spirituale.

Il Maestro, cioè il nostro essere nella maestria, cioè il nostro essere nell’essenza, quindi nella purezza, nella disidentificazione egoica, dall’ego, risiede in una parte distaccata da noi come ego. Per questo abbiamo fatto il lavoro di vedere il Maestro che è come un’entità, come un corpo eterico: è come un’immagine proiettata di noi. Poiché ,quando noi abbandoniamo totalmente l’identificazione, l’ego siamo noi perché ci serve per strutturare o, perlomeno, questo ci serviva fino a quando l’umanità ha dovuto fare un cammino di evoluzione che non è completato: noi non siamo completi.

Lo sanno, chi lavora sulle strutture energetiche del corpo, sulle strutture morfogenetiche, gli osteopati, coloro che lavorano sulla biodinamica,..loro sanno che noi non siamo completi.

Non siamo destinati ad essere soltanto questo che vediamo poiché noi siamo ancora in espansione, mentre le strutture dei mondi minerali, vegetali e animali hanno concluso in qualche modo la strutturazione… Ognuno è in una dimensione: l’essere umano è ancora in espansione nella sua struttura del foglietto embrionale. Quindi la struttura dell’ego ci è servita, nell’evoluzione, per sapere chi siamo.

Ma , per sapere chi, veramente, noi siamo, dobbiamo togliere quell’identificazione.

Il bambino, quando nasce, non sa chi è, poi  viene chiamato per nome. Lui non sa di avere neanche un sesso. Non sa. Poi viene chiamato  per nome e non sa che quel nome è maschile o femminile. Questa identificazione avviene intorno ai due anni, per poi strutturarsi verso i tre, per poi completarsi  intorno ai sette -nove anni. In questa tranche lui passa dal non saper che cos’è ad un’identificazione: tu sei Luca, maschio, figlio di etc etc.. E li comincia la prima struttura.

Poi c’è l’Io. Poi c’è l’io in relazione agli altri; l’Io in relazione alle esperienze della famiglia, del sociale. Fino ad identificarsi totalmente. Io sono… , manager, sposato…abito in via.. etc

Poi ci può essere un episodio, una malattia, un qualcosa di molto forte o forse  semplicemente, una voce interna che, a un certo punto, affiora e fa vacillare l’identità di questo Luca Rossi, manager…

Ad un certo punto lui comincia a chiedersi “Chi sono?”. Come mai si chiede “chi sono”?. Tutti quanti noi siamo passati attraverso questa fase di chiederci: ma chi sono? Che voglio io, dalla vita? Che cosa sto cercando? Perché sono così inquieto?

Quale struttura va ritoccata? La relazione sociale? Magari la relazione familiare, magari la relazione della propria sessualità..Sono tante, le strutture. Tanti mondi, tante dimensioni.

Allora, quella richiesta “chi sono?” arriva perché arriva per destabilizzare; arriva perché quell’identificazione non è comoda, non è adatta o, perlomeno, non è più appagante.

Allora Luca Rossi inizia un cammino che, si dice, di ricerca.

Che abbiamo da ricercare?

Ciò che viene richiesto, in questa ricerca, è di ringraziare l’ego per il lavoro fatto fino ad un certo punto. “Però adesso, grazie, non mi servi più”.

Allora il signor ego deve fare spazio alla signora essenza che deve poter uscire, esplodere e navigare…

La signora essenza è, in qualche modo, indistinta: non ha una categoria. Non ha un volto.

Il signor ego ha un volto , ha una struttura: tutte le emozioni sono strutture egoiche; tutti i pensieri sono strutture egoiche. Questo non vuol dire che siano negative: sono funzionali ad un processo che, ad un certo punto, dobbiamo avere il coraggio di abbandonare.

Quindi, il signor ego ha un volto; ha dei volti. Ha una maschera, potremmo dire, mentre la signora essenza è indistinta: non ha volti, non ha corporeità, non ha emozioni; è pura luce. E’ puro amore: amore senza la condizione …Cioè incondizionato.

La signora essenza è l’espressione di questa totalità dell’essere.

Quindi, così come ci vediamo, siamo una struttura egoica, che ha determinato tutto di noi: come ci vestiamo, come ci laviamo, come ci pettiniamo, come mangiamo, come cresciamo, che tipo di struttura di volto abbiamo, che tipo di struttura corporea abbiamo… La razza è una struttura egoica.

Ecco perché i risvegliati non hanno corporeità: possono cambiare  Li vedi oggi in un modo domani in un altro e, nello stesso momento, li puoi vedere in maniera diversa. Li guardi e possono cambiare…

Ogni sfera egoica (questa è un’altra cosa che mi è stata detta tempo addietro e che sto cercando, poi , di trasferire a quelli di voi che vogliono entrare nel dettaglio, che sono pronti a ricevere) appartiene ad una dimensione. Ogni sfera egoica è una dimensione, un campo dimensionale, un mondo, quindi con tutto quello che comporta quel mondo. C’è proprio un mondo; una dimensione totale: immaginate il nostro mondo. Immaginate tanti astri; ciascuno per ogni struttura dell’ego. Pensate quanto lavoro. Pensate anche alla grandezza di questo disegno.

L’ego è un campo morfogenetico. Ogni ego, ogni struttura di ego è un campo morfogenetico.

Perché dobbiamo trascendere l’ego? Quando serve e a chi serve?

Perché l’ego deriva dalla sofferenza, e vogliamo liberarci dalla sofferenza, però non vogliamo abbandonare l’amante , Ego, che ci fa soffrire o, perlomeno, una struttura di pensiero ci fa vedere la sofferenza. Se vi dicessi che la malattia è una struttura di ego può darsi che vi alzate e ve ne andate: infatti è emerso e confinato in tale area.

Chi non sa rinunciare al controllo , cioè alla struttura di ego che non rinuncia al controllo, vive dolori articolari, quel dolore è estrazione della struttura.

Nel ‘900 l’umanità ha toccato la sapienza pressoché totale: in questo millennio è alle soglie della conoscenza. Molti hanno concorso a tutto questo. Anche ciascuno di noi, facendo questo che vediamo … meditare consapevolmente …

L’Io non è l’Ego: non sono la stessa cosa. L’ego è l’aspetto volitivo dell’Io. L’Io è l’identificazione; l’ego sono le strutture di questa identificazione. L’io non è ancora la personalità, l’ego sono le strutture che rendono l’Io personalità. Sono due cose differenti.

Sennò sarebbe facile, il lavoro!…

Allora: l’ego sono le strutture che compattano l’io…L’io comincia ad espandersi, si identifica “a me piace il cioccolato, il rosso, viaggiare, etc”; sono tutte espansioni: cominciano le prime strutture che determinano altre strutture, e così via..

Quindi tu sceglierai tutte le persone che, in genere, amano le stesse cose ed è un’altra  struttura; diciamo un grande albero che si ramifica. Chiaramente può, a volte, per antitesi, creare un’altra struttura di quelli , diciamo, che non amano le stesse cose … E , mano a mano, tutte queste strutture, creano il campo morfogenetico di quella che definiamo la personalità,  ma che non è neanche una sola perché ognuna di queste strutture è una sub-personalità.

Come ci liberiamo dall’ego? Abbiamo visto a cosa serve: supporta la struttura per sapere chi siamo: ci fa fare l’esperienza come umanità  (Gli autistici hanno strutture egoiche molto settoriali e non riconoscono le altre).

L’ego è il desiderio; se io non ho desideri non ho ego. Quindi il desiderio fa nascere la sperimentazione perché non sono consapevole che ho, quindi desidero di avere. Per diventare consapevoli si fa il cammino a ritroso: difficilissimo perché siamo  ben strutturati in questo …

Siamo individui, ma siamo anche collettività: quell’individuo , da solo, non se ne faceva niente della sua sperimentazione: ha dovuto condividere. Es. il bambino chiuso in una stanza, non saprà mai chi è.

Quindi il desiderio (il primo desiderio che abbiamo alla nascita è il contatto con la nutrice); il desiderio di ricongiungersi è la prima struttura di ego. Simbolicamente noi tendiamo sempre al ricongiungimento: ricongiungerci alla fonte. Tornare a casa. Dove? All’Essenza. Quell’involucro che ci conteneva.

Quindi la prima struttura è il desiderio che comincia a farci espandere e , quindi, a incontrare l’altro che ci determina e ci dice, a un certo punto, “Tu sei….”etc etc..

Tutte strutture su strutture.

Che cosa contengono queste strutture?

Come possiamo lavorare per cominciare a scalfire? Come possiamo  liberarci del desiderio? Non basta esserne coscienti: la coscienza è una struttura dell’ ego!

La coscienza è una struttura egoica. Tu vedi il cosmo: è in costante mutamento. L’unica certezza è il cambiamento. L’unica certezza dell’essenza è il cambiamento!  Si espande e si contrae all’infinito….

Cominciamo a martellare le nostre strutture egoiche attivando la sospensione del giudizio non solo suglii altri ma soprattutto su noi stessi. ..

E il non attaccamento. Non sono dipendente da una determinata cosa. Questo è il primo passo.

Se vi va, potete ricontattare ,durante la settimana, il vostro Maestro e chiedere; avrete sicuramente delle domande e potrete sperimentare la risposta della vostra vita, attraverso ciò che vi accade, attraverso i pensieri e le cose che vi vengono incontro. Se non avete niente da chiedere siete a un buon livello! Per esempio potreste cominciare a chiedere rispetto alle strutture egoiche : “Maestro, come posso liberarmi dalla sofferenza del sentire le notizie del telegiornale?”. La vera arte sta nell’ascoltare e non lasciarsi condizionare!!

La mente deve annullare la mente; quando si supera l’ultimo ego, quello spirituale. Quand’è che la mente arriva ad annullare la mente?  E ancora mente , la mente che si deve superare: è uno stadio dell’evoluzione umana. Non la possiamo vivere nella terza dimensione.

La libertà dal recinto dell’ego… Il recinto.  I cavalli nel recinto. Fai un recinto …. e tu stabilisci quanto deve essere il recinto. Le strutture della mente ( il recinto) ci servono per darci dei puntelli anche perché, come educatori, dobbiamo contenere il trasbordare. Sempre con la sospensione del giudizio; dobbiamo solo metterci in ascolto. Questo lo possiamo fare solo creando un grande recinto. Ai bambini diciamo: dentro al recinto puoi fare quello che vuoi, ma non oltre. E facciamo sempre in modo che il recinto sia molto ampio, molto vasto.  Fino a che non ce ne sarà più bisogno. I cavalli, quindi potranno  galoppare in uno spazio sempre più grande,  finché non ci sarà più bisogno del recinto…

Darshana degli Elohim- Conversazioni e insegnamenti dai corsi di meditazione 2011